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Anna Foglietta a Belve: “Mio figlio come ostacolo”

Pubblicato il 16 Novembre 2022 - 16:00

Anna Foglietta a Belve: “Mio figlio come ostacolo”

Anna Foglietta a Belve: “Mio figlio come ostacolo”. Anna Foglietta, attrice romana 43enne tra le più quotate d’Italia, ospite a Belve (Rai Due) di Francesca Fagnani, si è raccontata senza filtri

Parlando del momento difficile che ha vissuto nel 2014, quando è nato il suo terzo figlio, Giulio. Senza troppo girarci attorno, Anna Foglietta ha spiegato che ad un certo punto è arrivata a vedere il suo frutto d’amore come un “ostacolo”, addentrandosi in un periodo buio.

Il risvolto negativo che a volte innesca un post partum è un tema sovente taciuto, nonostante molte donne ne soffrano. Anna ha voluto narrare senza fronzoli e senza tabù la sua esperienza personale, dimostrando un’alta dose di coraggio e sincerità.

A volte tuo figlio diventa il tuo più grande nemico. Con il mio terzo figlio ho avuto un momento di down psicologico e mi sono così arrabbiata con tutte quelle persone che dipingono la maternità come il periodo in cui dobbiamo essere sempre felici. Sempre sorridenti, sempre pazienti… Non è così! Mi è capitato di percepire mio figlio come un fastidio”.

Così Anna Foglietta innanzi a Francesca Fagnani

L’attrice ha aggiunto che sentiva a tratti un senso di soffocamento, in quanto non riusciva a ritagliarsi i propri spazi. In particolare, avvertiva il bisogno di avere dei suoi spazi. “E in quel momento lui rappresentava l’ostacolo al raggiungimento di quella esigenza. Bisogna ammettere che è molto faticoso

E che psicologicamente dovremmo essere un pochino più aiutate e soprattutto dovrebbe esserci permesso di fare questo tipo di considerazione. Senza per questo sentirci sbagliate o sentirci meno madri”. L’intervista è poi passata all’argomento relativo alla fede.

Anna Foglietta non è illuminata dal fuoco sacro del credo Cristiano-cattolico, nonostante abbia celebrato il matrimonio in chiesa. “Mi sono sposata in chiesa perché è lì che ci si sposa, ma non ho finto. Ovviamente sono molto superficiale dal punto di vista della fede, lo ammetto. Ma ho battezzato i miei figli”.

Nel suo passato, sempre a proposito di fede e religione, ha avuto un incontro che l’ha tranquillizzata. Un prete da lei definito “illuminato” le ha dato una mano a liberarsi da un senso di colpa latente. “Ma perché? Tu ancora fai la comunione per tradizione?”, le ha chiesto l’ecclesiastico.

“È stato allora che “mi sono sentita deresponsabilizzata da questa incombenza. È un prete ateo? No, diciamo che è un prete illuminato come ce ne dovrebbero essere sempre di più”, ha sottolineato la 43enne capitolina.

Redazione

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