PA: smart working? Così risponde il Ministro
Pubblicato il 27 Novembre 2022 - 16:00

PA: smart working? Così risponde il Ministro. Zangrillo è il nuovo Ministro della PA. Dopo una prima falla in cui la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha sbagliato ad indicarlo in Conferenza Stampa è iniziato il suo percorso nel dicastero. Riportiamo alcuni passi dell’intervista pubblicata sul sito della funzione Pubblica
E cosa accadde dopo l’annuncio di Meloni?
«Un secondo dopo sono stato assalito dalle domande dei giornalisti. Ho solo detto di non essere esperto di energia e di sistemi. Ho assicurato che avrei studiato e che – in qualità di ministro – avrei cercato di capire come dare il mio contributo al meglio. Questo è stato interpretato come mia non piena aderenza alle responsabilità che avrei assunto. Poi le cose si sono sistemate».
Spesso si è parlato in passato di “fannulloni” e “furbetti del cartellino”: che cosa si farà al riguardo?
«Sicuramente sono episodi riprovevoli che vanno combattuti, ma quello che a me preoccupa di più non è l’assenteismo fisico, è l’assenteismo intellettuale. Personalmente, non mi interessa avere gli uffici pieni di gente.
Mi importa invece che siano tutti a lavoro con un adeguato livello di motivazione. Se le persone vengono a lavorare e la loro preoccupazione principale è quella di guardare l’orologio per capire quando sono passate otto ore, è come averli assenti. Serve motivazione e lavoro di squadra».
In questo contesto come si colloca lo smart working?
«Questa storia per cui nella pubblica amministrazione lo smart working è uno strumento che non funziona è sbagliata. Ci sono già molteplici contratti collettivi che prevedono il ricorso allo smart working.
È uno strumento a disposizione delle organizzazioni. Ricordo che in Italia siamo passati da 500mila lavoratori in smart, prima della pandemia, a quasi sei milioni, dopo. E le aziende dove si utilizza non sono certo fallite e non hanno avuto alcun decadimento della produttività. L’importante è organizzarsi». Leggi anche qui