Covid: inchiesta. Cosa ha detto Crisanti ai magistrati
Pubblicato il 4 Marzo 2023 - 11:30

Covid: inchiesta. Cosa ha detto Crisanti ai magistrati. Mancata zona rossa in Val Seriana, la relazione di Andrea Crisanti ai pm di Bergamo. “Non prevalse l’esigenza di proteggere la popolazione. Conte frenò per il costo politico ed economico della zona rossa. Piano Covid segretato per non allarmare”
L’agenzia Ansa ha divulgato alcuni estratti della consulenza prestata dal microbiologo Andrea Crisanti alla Procura di Bergamo nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione del Covid in Val Seriana.
Si indaga in particolare sulla mancata istituzione della zona rossa, per cui tra gli indagati ci sono l’ex premier Conte, l’ex ministro Speranza e i suoi tecnici, oltre al governatore della Lombardia Attilio Fontana e all’ex assessore lombardo alla sanità Giulio Gallera.
“Conte frenò sulla zona rossa per i suoi costi sociali ed economici”
“La ragione per la quale azioni più tempestive e più restrittive non sono state prese la fornisce il presidente Conte quando nella riunione del 2 marzo 2020 afferma che ‘la zona rossa va utilizzata con parsimonia perché ha un costo sociale politico ed economico molto elevato’.
Queste considerazioni hanno prevalso sulla esigenza di proteggere gli operatori del sistema sanitario nazionale e i cittadini dalla diffusione del contagio”.
Lo scrive nella sua consulenza il microbiologo Andrea Crisanti che parla anche di “responsabilità degli organi decisionali nazionali (Cts, ministero della Sanità e Presidenza del Consiglio) e di Regione Lombardia” nella mancata zona rossa in Val Seriana:
“L’allora ministro Roberto Speranza, il prof Brusaferro (presidente dell’ISS), il dott. Miozzo (coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico), il dott. D’Amario ( ex direttore generale della Prevenziona sanitaria del Ministero)” erano “a conoscenza del Piano Covid”,
degli “scenari di previsione” e “della gravità della situazione” e presero “la decisione di segretare il piano per non allarmare l’opinione pubblica”. Circostanza di cui erano “a conoscenza” anche “i vertici di Regione Lombardia”. Fonte: Ansa