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‘Ndrangheta: 49 arrestati tra cui un prete

Pubblicato il 9 Marzo 2023 - 9:48

‘Ndrangheta: 49 arrestati tra cui un prete

‘Ndrangheta: 49 arrestati tra cui un prete. L’intercettazione: “Hanno deciso di avallare la strage di Stato con i siciliani”. All’alba i lampeggianti dei carabinieri hanno illuminato di blu Gioia Tauro.

Nel blitz, infatti, sono finiti boss e luogotenenti delle cosche Piromalli e Molé, le due famiglie di ‘ndrangheta che, a distanza di 15 anni dall’omicidio di Rocco Molé e alla vigilia della scarcerazione Pino Piromalli detto “Facciazza”, si sono riavvicinate

“Sei il primo che ti sto dicendo questa cosa che non la vorrei nemmeno dire… Pino e compagnia bella li hanno messi all’epoca nella commissione per le stragi di Stato insieme … insieme a ‘Testuni”.

Pino è Piromalli detto “Facciazza”, il mammasantissima della famiglia di ‘ndrangheta di Gioia Tauro che, dal maggio 2021, è libero dopo 22 anni di carcere. “Testuni” è Nino Pesce, il boss di Rosarno condannato in Cassazione nel processo “All inside”. A parlare, invece, è Francesco Adornato detto “Ciccio u biondu”.

Per i magistrati della Dda di Reggio Calabria, guidati dal procuratore Giovanni Bombardieri, non è “un quisque de populo ma un soggetto particolarmente titolato”. È un uomo dei Piromalli ma anche un “navigato esponente della ‘ndrangheta, condannato in via definitiva” per associazione mafiosa .

L’intercettazione è stata registrata dai carabinieri il 17 gennaio 2021 ed è agli atti dell’inchiesta “Hybris” che stamattina ha portato all’arresto di 49 persone (34 in carcere e 15 ai domiciliari) e al sequestro di beni per circa un milione di euro.

‘Ndrangheta: 49 arrestati

All’alba i lampeggianti dei carabinieri hanno illuminato di blu Gioia Tauro. Nel blitz, infatti, sono finiti boss e luogotenenti delle cosche Piromalli e Molé, le due famiglie di ‘ndrangheta che, a distanza di 15 anni dall’omicidio di Rocco Molé e alla vigilia della scarcerazione Pino Piromalli detto “Facciazza”, si sono riavvicinate.

Una pace suggellata in un summit organizzato il 3 dicembre 2020 all’interno del cimitero dove si è discusso delle dinamiche e degli equilibri mafiosi tra i due clan e della ripartizione delle estorsioni.

Con l’operazione di oggi, che è il seguito dell’inchiesta “Mala Pigna”, il pm Paola D’Ambrosio contesta numerosi reati. Dall’associazione a delinquere di stampo mafioso al concorso esterno con la ‘ndrangheta passando per due tentati omicidi, numerose estorsioni, porto e detenzione di armi comuni e da guerra.


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Redazione

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