Amici, parla un ex vincitore del programma: “Mi sono finto un altro”
10 Aprile 2023 - 19:00

Amici, parla un ex vincitore del programma: “Mi sono finto un altro” Era il 2011 quando Gerardo Pulli ha fatto il suo ingresso nella scuola di “Amici” come allievo prediletto di Mara Maionchi, aggiundicandosi la vittoria della categoria canto nella super finale tenutasi all’Arena di Verona nel lontano 2012.
Dopo l’improvviso e inaspettato successo, il cantautore è sparito dai radar e non si erano avute più notizie di lui. Un risvolto totalmente diverso da quello del vincitore della categoria danza di quell’edizione, ovvero Giuseppe Giofrè, il quale, dopo aver intrapreso una carriera di successo in America, è tornato in Italia.
Amici, parla un ex vincitore del programma: “Mi sono finto un altro”
A distanza di undici anni, però, Gerardo è tornato a far parlare di se rilasciando un’intervista nel format Youtube “Gin Talkin”, in cui ha annunciato l’uscita del suo primo vero disco “San Michele/Arkangelo”, contente brani scritti negli ultimi quattro/cinque anni. Ma cosa ha fatto in tutti questi anni?
Il 31enne ha ricordato di quando firmò un contratto con una casa discografica dopo l’esperienza ad Amici, che però finì per far scadere poiché spariva dalla circolazione per non farsi trovare. “Se dovevo fare una cosa prendevo tempo.
Mi si era creato un senso di inappartenenza nei confronti di me stesso. Non trovavo più motivo per fare quello che facevo. Ero l’antagonista di me stesso e sabotavo quello che facevo”, ha detto. Addirittura, l’ex allievo del talent di Maria De Filippi ha svelato di aver finto di essere un’altra persona pur di scappare da quel vortice in cui si trovava:
Mi sono anche finto un altro. Se è vero che ho truffato il mio produttore per mesi fingendomi un manager italo danese? Sì. Se è vero che ho fatto il traslocatore fingendomi rumeno? Sì. Ho anche fatto l’Uber driver. Quando mi sono finto manager facevo le chiamate con il produttore e lui era entrato più in sintonia che ‘il manager’ che con il vero me.
Però era scorretto perché io sentivo quello che lui pensava di me. Avevo due telefoni con più sim. Io non l’ho fatto per prendere in giro il produttore. Parlavo con la voce più bassa per non farmi riconoscere.