Dario Argento: “La mia più grande paura…”
Pubblicato il 12 Maggio 2023 - 16:00

Dario Argento: “La mia più grande paura…”. La potenza dei film di Dario Argento è riconosciuta in tutto il mondo. Ed è per questa ragione che al regista romano è dedicata una retrospettiva a Londra, al British Film Institute, dove saranno proiettati ben 17 film restaurati in 4k.
L’evento si chiamerà Doors into Darkness, e il cineasta lo racconta in un’intervista al Corriere, dove rivela. “Per scrivere film horror bisogna avere un buon dialogo con la nostra metà cattiva. Non tutti sanno d’averla. Ma io la riconosco e ci parlo”.
Gli inizi da giornalista e la chiamata di Sergio Leone
Prima di diventare regista e scrivere film che sono diventati dei veri e propri cult. Dario Argento scriveva, ma da giornalista, fin quando non fu convocato da Sergio Leone. “Chiamò me e Bernardo Bertolucci a scrivere C’era una volta il West. Scoprii che fare cinema mi piaceva. Scrissi L’uccello dalle piume di cristallo e non lo voleva nessuno, ma lo produsse mio padre
L’avevo fatto penare non finendo la scuola ma produsse tutti i miei film”. La scelta dell’horror, però, non è casuale ed è nata dall’esigenza di riscoprire le sue profondità. E perché era un genere che, da sempre, riusciva a trasmettergli un’idea di libertà scoperta quando per un periodo Dario Argento ha vissuto a Parigi
“Ho fatto un lungo pensiero sul cinema horror in generale, dagli inizi a oggi. Sono partito dai primi film di Val Lewton, che era il responsabile del “reparto B” della Rko Pictures. Che produceva film da proiettare dopo quelli che oggi chiameremmo blockbuster.
Quella “B” indicava film piccoli, semplici, ma non di seconda scelta. Lewton era geniale e fece una serie di horror bellissimi. Io li scoprii a Parigi. Mio padre mi ci aveva mandato sperando che studiassi, ma io passavo i pomeriggi alla Cinémathèque française”.
La scrittura dei suoi film
Avere un dialogo con la parte più oscura di sé, però, non significa non temere ciò di cui si scrive. E infatti il regista ha raccontato che, pur essendo un solitario e necessitando di quiete per scrivere i suoi film, ci sono momenti in cui ha avuto paura. “Per evitare distrazioni, scrissi Profondo Rosso in una casa che avevo in campagna vicino Roma.
Era praticamente diroccata, non c’erano né luce né acqua… Arrivavo alle otto e me ne andavo la sera. E, quando cominciava a imbrunire, iniziavo ad avere paura delle cose che scrivevo. E che vedevo riempire il foglio bianco nella macchina da scrivere. Ogni volta che creo, è come se vedessi il film davanti agli occhi e scrivo quello che vedo”.
Dario Argento e l’amore per le figlie Asia e Fiore
Sposato due volte, Dario Argento ha avuto due figlie, Fiore e Asia, che hanno voluto trascorrere parte della loro adolescenza con lui, piuttosto che con le rispettive madri. A questo proposito racconta: “Ho ricordi stupendi del periodo in cui siamo stati tutti e tre, di vacanze, serate a teatro, passeggiate. Una cosa che mi fa paura è l’idea di non vedere più le mie figlie”.