Ponte Morandi, la verità: “C’era il rischio dal 2010 e dovevamo chiedere scusa”
Pubblicato il 24 Maggio 2023 - 16:16

Ponte Morandi, la verità: “C’era il rischio dal 2010 e dovevamo chiedere scusa” Gianni Mion, per trent’anni “cervello” finanziario della famiglia Benetton, ha detto durante il processo per il Ponte Morandi che sapeva del rischio crollo del 2010. Ma anche che non ha detto nulla.
«Ed è il mio più grande rammarico», ha sostenuto riferendosi alle 43 vittime del 14 agosto 2018. Oggi a processo ci sono 58 imputati tra manager e tecnici di Autostrade, Spea e ministero delle Infrastrutture. Mion parlava di una riunione svoltasi otto anni prima.
C’erano l’Ad di Aspi Giovanni Castellucci, il direttore generale Riccardo Mollo, Gilberto Benetton, il collegio sindacale di Atlantia e, secondo il ricordo del manager, tecnici e dirigenti di Spea.
Nella quale «chiesi se ci fosse qualcuno che certificasse la sicurezza e Riccardo Mollo mi rispose “ce la autocertifichiamo”. Non dissi nulla e mi preoccupai. Era semplice: o si chiudeva o te lo certificava un esterno. Non ho fatto nulla».
La riunione sul Ponte Morandi
Gli avvocati delle difese hanno bollato l’ex manager come «inattendibile». Lui oggi torna sulla questione in un’intervista rilasciata a Repubblica. Nel 2010 Mion era a capo di “Edizione Holding”, la cassaforte degli imprenditori trevigiani.
«Ma guardi che l’avevo già detto durante le indagini, ho solo ripetuto il concetto. E in quella riunione mica ci spiegarono che il ponte stava per venire giù. Nessuno ci disse che era a rischio crollo», dice a Marco Lignana.
Sul verbale Mion firmò così: “In una riunione mi parlarono di un difetto di progettazione. Creava delle perplessità sul fatto che il ponte potesse restare su”. «Ma tutti noi pensavano che i controlli li facessero i nostri tecnici di Spea, poi è venuto fuori dopo come facevano le indagini.
Mica sapevamo allora tutto quello che è venuto fuori dopo», spiega oggi. Mentre i familiari che lo accusano «hanno ragione. Ma cosa avrei dovuto fare, una battaglia interna?».